domingo, 16 de marzo de 2014

La scienza e i vaccini: un esempio del "credi o sii creduto"...

Ultimamente si parla molto delle vaccinazioni, dividendo l'opinione pubblica tra chi pensa che siano il bene, tra chi pensa che siano il male, tra chi pensa che siano utili e chi pensa che siano perfino dannose.

Tutti ne parlano e forse perchè giustamente si dovrebbe parlare di questa cosa.

Io onestamente mantengo come sempre la mia posizione relativizzante, non essendo un esperto di vaccini e vorrei in questa sede non parlare dell'effettiva validitá dei vaccini o la loro pericolositá, se non concentrarmi su una questione metodologica.
Tutte queste battaglie tra scienze ufficiali e scienze alternative creano molte confusioni sulle reali posizione delle une e delle altre, perché solitamente nascono da una mancata conoscienza del mondo scientifico e alternativo.

Da una parte si crede ci siano tutti con camici e provette e dall'altra con grandi collane e galline morte nella dispensa. Quando da una parte ci sono anche molti colletti bianchi e manager con valigette piene di promesse economiche e dall'altra scientifici che si aprono a varie alternative rifiutandosi di "credere", ma "sperimentando".

La veritá in effetti sta in questo mezzo ed é il problema di oggi giorno. Ci sentiamo grandi perché possiamo raggiungere tutto il mondo con i nostri mega cellulari, che pensiamo che in qualche modo siamo diversi dai nostri antenati, i quali scoprendo il mondo poco a poco, credevano nel fuoco o nelle tempeste come esseri spirituali superiori.
Non siamo immuni dalla necessitá di "credere". Anzi, proprio con la falsa e ingannevole promessa di cancellare la nostra "dipendenza dalla credenza", una parte del mondo scientifico, magari anche con buona intenzione, ha creato una "religione-scienza" che nasce con l'idea di combattere l'ignoranza della pseudospiritualitá, la religione istituzionale.
Questa "scienza" non ha una forma reale, é quella di focus, dei giornaletti da strada che mettendo provette nella copertina danno una sensazione di sicurezza e di controllo da parte dell'uomo sulla natura. Compresa la sua naturale paura della morte.

Non piú galline sacrificate, se non provette con liquidi azzurri e verdi, non piú simboli religiosi se non doppie spirali di DNA, non piú abduzioni nell'acqua benedetta, se non fazzoletti profumati presentati come disinfettanti.

IMPORTANTE: dato che il mondo dei "credenti scientifici" giá si sente minacciato. La scienza dice spesso il vero, e DNA, disinfezione, cultura della prevenzione etc... sono bellissime, miracolose acquisizioni della nostra cultura. Io amo il metodo scientifico e lo trovo sostanziale per proteggere dagli errori della pura intuizione e per standardizzare i risultati. Potete sotterrare le asce, grazie...

Il problema é che le persone che non sanno cos'é la scienza, si sentono protette dalla sua apparente "certezza" e per questo si sta creando come un'altra forma di religiosità.
Per cui se lo dice la scienza, è vero. Se lo dice il ministero della salute: è vero.

Ma allora io dico, che differenza c'è tra questo e quello che dice un papa o una guida spirituale religiosa?
Dove è finito il "dubito ergo sum" che mette all'angolo il totalitarismo dei singoli aspetti della nostra realtà umana, quello spirituale o quello razionale ad esempio, dandoci una dimensione di esseri "pensanti" e non "razionali" puri, e "spirituali" e non "religiosi" puri?

Prendo questo articolo per spiegare con un esempio:

La pseudoscienza riporta il morbillo a New York











 
A parte prendere atto di questa preoccupante moda a new york, io non parlerei di una chimerica pseudoscienza in questo caso specifico.

Io ho lavorato con l'autismo per qualche tempo, come psicologo specializzato in clinica e neuroscienze e educatore professionale, collaborando con l'ambito professionale della medicina ufficiale e questo tipo di informazione e di collegamento con il vaccino io ad esempio l'ho appreso da lì, non é una teoria del complotto del mondo pseudoscientifico.
E´ un dubbio (non una certezza) ampiamente diffuso.

La veritá è che si vive la scienza come la religione. Come se fosse assoluta e veritiera.
Non si pone fiducia nel "metodo scientifico", ma nella "scienza", in una inutile e dannosa battaglia tra scienza e religione.
Quando le persone si crogiolano di questa falsa sicurezza, e poi si scontrano con la sua incredibile attuale limitazione che non gli permette di spiegare ancora moltissime cose (perché scienza non è onniscente...), tra cui ad esempio le cause dell'autismo, nasce la paura.
Se la gente quindi non si vaccina, non é per una malvagia pseudoscienza dal sapor demoniaco (o non sempre), ma a causa della paura e della frustrazione dell'abbandono _percepito_ della certezza della scienza. O al contrario come presa di posizione critica nei confronti di una realtà, quella scientifica, che spesso pretende superare i suoi limiti umani presentando ogni due mesi qualche medicina "definitiva" che cura i sintomi di ogni cosa.

Se la "religione-scienza" e i suoi adepti prendessero una posizione più umile e dicessero chiaramente "fino a qui arriviamo, fino a qui stiamo arrivando, e quello che é certo é che il _metodo scientifico_ é il piú valido per arrivarci" la gente non "crederebbe" nella scienza, se non nel _metodo scientifico_ e non si spaventerebbe quando qualcosa non é (ancora) spiegato o non prenderebbe una posizione tanto forte come non vaccinarsi, come unica opposizione a un mondo che ammantandosi di "esattezza" spesso dice una cosa e poi il suo contrario.

E dall'altra parte questa crociata tra "credenti scientifici" e "credenti alternativi" impedisce agli uni e agli altri di aprirsi all'altro lato, impedendo agli uni di trovare nuovi stimoli e un pensiero laterale che può aprire nuove porte, o agli altri un metodo scientifico che perfezioni certe tecniche.

Infine: nessuno é immune a "credere". E´ parte del nostro modo di conoscere la realtá, del nostro sistema cognitivo e motivazionale. E ci fa anche molto bene!
Per cui combattere contro la credenza é giusto fino a quando siamo consapevoli che sempre crederemo in qualcosa, e che non é il "credere" che fa male, se non la rigidezza di tale "dinamica interiore" e la vulnerabilitá che comporta.
Questa vulnerabilitá  diventa manipolabile solo se non ne siamo consapevoli.

Quello che importa è mantenere il metodo scientifico e non lasciarsi ingannare dalle facili soluzioni apparenti della scienza-religione, che sia essa "ufficiale" o "alternativa".
Prendere una posizione netta in questo campo polarizza la battaglia creando molte "casualties" da ambo le parti.
Non sarebbe forse il momento di abbandonare gli "ismi" e le posizioni assolute e vedere cosa c'è di buono da una parte e dall'altra?
Molta gente lo sta già facendo e io mi unisco a questa terza forza invitando ciascuno a trovare uno spazio dentro di sè per continuare a credere per utilizzare la forza motivazionale di tale meccanismo cognitivo, ma ricordandosi sempre il prezzo che comporta il credere eccessivamente.
Per cui, forza e coraggio. Tutti a pensare e credere, consapevolmente e relativisticamente! 

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